Alt-text e SEO:
La chiave invisibile che sta potenziando
(o penalizzando) il tuo posizionamento
Trasforma le tue immagini da peso morto a potenti magneti di traffico organico
L’altro giorno stavo aiutando un cliente a capire perché il suo e-commerce non comparisse nelle ricerche per immagini. Aveva centinaia di prodotti fotografati professionalmente, ma zero traffico da Google Images. Il problema? Nessun alt-text. O meglio, l’unico alt-text che aveva era “prodotto” ripetuto centinaia di volte. Un classico.
È un po’ come organizzare una mostra d’arte e non mettere i cartellini sotto i quadri. I visitatori vedrebbero opere bellissime, ma senza contesto. Ecco cosa succede quando carichi immagini senza alt-text: Google brancola nel buio cercando di capire cosa rappresentano.
Nel 2023 ho visto troppe aziende ignorare questo aspetto, lasciando letteralmente soldi sul tavolo. Perché sì, parliamoci chiaro: un buon alt-text non è solo una questione tecnica, ma una vera opportunità di business.
Chi dovrebbe prestare particolare attenzione a questo articolo?
Se sei un marketer digitale, questo articolo è scritto proprio per te. So bene quanto sia difficile gestire mille aspetti diversi del marketing online – dalle campagne ai social, dal copywriting all’analisi dati. L’alt-text sembra sempre quell’elemento che “farò più tardi quando avrò tempo”. Spoiler: quel tempo non arriva mai, e intanto stai perdendo un sacco di opportunità.

Cos’è esattamente l’alt-text (e cosa NON è)
L’alt-text è quella descrizione che aggiungi alle immagini nel codice HTML. Sembra una sciocchezza, ma fa una differenza enorme. Ecco come appare nel codice:
<img src="sneakers-nike.jpg" alt="Scarpe da running Nike Air Zoom Pegasus 38, colore nero con dettagli rossi, vista laterale">Durante una consulenza con un brand di scarpe, ho scoperto che usavano semplicemente “scarpe” come alt-text per tutte le immagini. Mi sono venuti i brividi. Sarebbe come chiamare “cibo” qualsiasi piatto in un ristorante stellato.
L’alt-text non è visibile nella tua pagina (a meno che l’immagine non si carichi), ma è fondamentale per diverse ragioni:
- Gli screen reader lo usano per descrivere l’immagine alle persone ipovedenti
- Appare quando un’immagine non si carica (succede più spesso di quanto pensiamo)
- Aiuta Google a capire cosa diavolo sta guardando
- Contribuisce al contesto generale della pagina
“L’altro giorno ho fatto uno screenshot delle SERP per un cliente che vende lampade di design. Le sue immagini sono splendide, ma non compaiono nei risultati. Il motivo? Alt-text assenti o generici. I competitor, invece, descrivono minuziosamente materiali, stile e dimensioni in ogni alt-text. Indovina chi sta vincendo su Google Images?” – ho scritto questa nota nel mio diario di lavoro la settimana scorsa.
Non confondere l’alt-text con l’attributo “title” (quello che appare quando passi il mouse sopra l’immagine) o con la didascalia (visibile sotto l’immagine). Sono cose diverse.
Perché l’alt-text è fondamentale per il tuo SEO (e non solo)
1. Google non “vede” come noi umani
Nonostante i progressi dell’AI, Google non comprende le immagini come facciamo noi. Sì, può identificare oggetti basilari, ma non coglie sfumature, contesti e dettagli specifici. Per quello si affida ancora ai metadati che TU fornisci.
Il mese scorso ho fatto un test con un piccolo e-commerce di accessori: abbiamo ottimizzato gli alt-text di metà prodotti (test A/B). Dopo 30 giorni, le pagine con alt-text migliorati hanno registrato un +21% di traffico da Google Images. Non male per un lavoro di poche ore.
2. Accessibilità = opportunità (e responsabilità)
Ho un amico ipovedente che usa uno screen reader per navigare online. Quando mi ha fatto sentire come il suo dispositivo “legge” i siti che visita, ho capito quanto fossero importanti gli alt-text. Su molti siti sentiva solo “immagine… immagine… immagine” ripetuto all’infinito. Frustrante, no?
L’accessibilità non è solo una questione etica o legale (anche se le norme si stanno inasprendo). È un’opportunità per raggiungere più persone. In Italia ci sono circa 1,5 milioni di persone con difficoltà visive. Vuoi davvero escluderle dal tuo pubblico?
3. Google Images: il gigante dimenticato
Durante un recente workshop che ho tenuto, ho chiesto quanti utilizzassero una strategia specifica per Google Images. Su 52 partecipanti, solo 3 mani alzate. Eppure Google Images genera un traffico pazzesco.
Un mio cliente, fotografo di matrimoni romano, ha rivisto completamente gli alt-text del suo portfolio. Prima aveva cose tipo “matrimonio Roma” o “sposi chiesa”, poco utili e troppo generici.
Abbiamo riscritto tutto con descrizioni dettagliate: “Sposi che si scambiano le promesse nella luce dorata del tramonto, Villa Borghese, matrimonio all’aperto”. In tre mesi ha visto triplicare le richieste di contatto dal sito. Coincidenza? Non credo proprio.
4. Keywords naturali (senza forzature)
Gli alt-text sono perfetti per inserire keywords in modo naturale. Non sto parlando di keyword stuffing (che è penalizzante), ma di descrivere accuratamente ciò che si vede usando termini che le persone cercano.

Come scrivere alt-text che funzionano: lezioni dal campo
Dopo aver ottimizzato migliaia di alt-text per diversi clienti, ho sviluppato un approccio pratico:
- Sii specifico ma conciso – Descrivi ciò che vedi, ma non scrivere un romanzo
- Inserisci keywords rilevanti – Ma solo se hanno senso nel contesto
- Considera lo scopo dell’immagine – Un grafico richiede un alt-text diverso da una foto di prodotto
- Evita l’ovvio – Non iniziare con “immagine di” (è ridondante)
- Mantieniti sotto i 125 caratteri – Gli screen reader spesso tagliano il resto
Esempi reali: dal disastroso al brillante
Terribile:
(Sì, l’ho visto su un sito che vende prodotti da 1000€ l’uno)
Mediocre:
(Generico, non aggiunge valore)
Buono:
(Specifico, include termini di ricerca rilevanti)
Eccellente:
(Dettagliato, include caratteristiche e benefit)
Ho visto l’impatto di questi miglioramenti in azione. Un e-commerce italiano di abbigliamento sportivo ha visto un aumento del 34% delle sessioni da Google Images dopo aver riscritto gli alt-text di tutto il catalogo, passando da generici a specifici.
Gli errori che vedo OGNI GIORNO
Lavoro con siti web tutti i giorni, e questi sono gli errori che continuo a vedere:
- Alt-text identici ovunque – Ho visto un sito con “prodotto di qualità” su TUTTE le 200+ immagini
- Keyword stuffing – “scarpe running scarpe jogging scarpe sport nike running”
- Alt-text mancanti – Lasciare l’attributo vuoto o non includerlo proprio
- Descrizioni generiche – “banner”, “slider”, “prodotto”
- Eccessi inutili – Paragrafi interi nell’alt-text che nessuno leggerà mai
- Informazioni fuorvianti – Alt-text che non corrispondono all’immagine
La settimana scorsa ho analizzato il sito di una catena di negozi di arredamento. Avevano alt-text come “pagina-5” o “DSC1234.jpg” su tutte le immagini. Praticamente inutili. Dopo un’ottimizzazione basica hanno iniziato a ricevere traffico da ricerche come “divano angolare grigio” e “tavolo industrial design”, termini che prima non li posizionavano.
La mia checklist pratica per un audit veloce
Ecco come faccio io quando devo sistemare gli alt-text di un sito:
- Audit rapido:
- Uso Screaming Frog per identificare tutte le immagini senza alt-text
- Controllo a mano le pagine principali per vedere la qualità degli alt-text esistenti
- Cerco pattern ricorrenti di errori
- Prioritizzazione:
- Inizio sempre dalle immagini di prodotto (sono le più importanti)
- Poi passo a infografiche e immagini informative
- Infine, banner e immagini hero
- Le immagini puramente decorative possono avere alt=”” (alt vuoto)
- Creo una mini-guida interna:
- Per ogni cliente preparo esempi pratici di prima/dopo
- Stabilisco linee guida specifiche per il settore
Nel caso di un mio cliente che vende vini online, abbiamo creato una struttura specifica: “Nome vino + Annata + Tipologia + Colore + Formato”. Ha funzionato alla grande.
“Ho sempre pensato che gli alt-text fossero una questione marginale, finché non ho visto il mio traffico da Google Images passare da 50 a 800 visite al giorno dopo un’ottimizzazione seria. Ora non carico un’immagine senza un alt-text dettagliato.” – Mi ha detto Matteo, proprietario di un e-commerce di accessori per la casa.
Strategie per settori specifici (testate sul campo)
Per e-commerce:
Mi sono occupato dell’ottimizzazione di un negozio online di abbigliamento tecnico. Abbiamo strutturato gli alt-text così:
- Nome prodotto + Caratteristiche principali + Colore + Variante
- Per i vestiti, abbiamo aggiunto anche il contesto d’uso: “ideale per trekking in montagna”
- Per le immagini di dettaglio, specifica del particolare mostrato
Il traffico da Google Images è aumentato del 41% in due mesi.
Per blog e magazine:
Per un blog di cucina, abbiamo usato questo approccio:
- Nome della ricetta + ingredienti principali visibili + stadio di preparazione
- Menzione di tecniche di cottura visibili nell’immagine
- Occasione d’uso dove rilevante: “perfetto per cena romantica”
Per portfolio creativi:
Un fotografo professionista ha strutturato i suoi alt-text includendo:
- Soggetto principale + location + stile fotografico
- Tecnica utilizzata + attrezzatura (per attrarre clienti interessati a quello stile)
- Occasione (matrimonio, evento aziendale, ritratto)
Strumenti che uso quotidianamente
Questi sono gli strumenti che uso per gestire gli alt-text dei miei clienti:
- Per l’audit iniziale:
- Screaming Frog SEO Spider (la versione gratuita va benissimo per siti fino a 500 URL)
- Chrome DevTools (per controllare gli alt-text di singole immagini)
- Google Lighthouse (per valutare l’accessibilità complessiva)
- Per gestire gli alt-text su WordPress:
- Yoast SEO o Rank Math hanno funzioni specifiche
- Media Library Assistant per modificare in bulk
- Per e-commerce:
- Su WooCommerce, uso un foglio Excel per preparare descrizioni di massa
- Su Shopify, il bulk editor integrato è sufficiente
Ho recentemente provato anche Cloudinary, che usa l’AI per generare automaticamente alt-text. Funziona sorprendentemente bene come punto di partenza, anche se preferisco poi revisionarli manualmente.

Dettagli che fanno la differenza
Mi piace paragonare gli alt-text alle fondamenta di una casa: non si vedono, ma senza di esse tutto crolla. È uno di quei dettagli tecnici che separano i siti amatoriali da quelli professionali.
In un mercato sempre più competitivo, sono questi piccoli vantaggi che, sommati, fanno la differenza. Ed è incredibile come, ancora oggi, questo aspetto venga trascurato anche da grandi brand.
Tre cose che puoi fare oggi stesso:
- Fai un controllo veloce del tuo sito: prendi 5 immagini importanti e controlla i loro alt-text
- Ottimizza gli alt-text delle immagini sulla tua homepage o pagina prodotto principale
- Crea una semplice linea guida per il tuo team (o per te stesso)
Le immagini non dovrebbero essere decorazioni mute sul tuo sito, ma potenti strumenti di comunicazione. Dai loro voce con alt-text ben strutturati e lascia che lavorino per te 24/7.
L'Autore

Copywriter, web designer e social media manager con una passione irrefrenabile per l’innovazione tecnologica.
Aiuta le PMI italiane a navigare la trasformazione digitale con un approccio pratico e accessibile.
Specializzato in content strategy omnicanale e user experience design, Elvio traduce concetti tech complessi in opportunità concrete di business.
Quando non è online, lo troverete con in mano un libro di Poesie o con la sua amata Nikon.